Piccolo Mio, Ti voglio Bene!

L’idealizzazione dell’amore materno

Recentemente riflettevo sul concetto di amore materno, considerando le numerose espressioni che ne descrivono la purezza, come “ti ho amato ancora prima di conoscerti” e “ti ho amato dalla prima volta che ti ho sfiorato”.

Desidero esprimere che ho percepito un certo disagio e una sensazione di inesattezza in questo concetto. Pur non essendo un’idea negativa, essa non rispecchia la realtà dei fatti. L’esperienza di sentire crescere una vita all’interno di sé e quella di vedere per la prima volta un essere piccolo e indifeso sono momenti straordinari, ma rappresentano due aspetti distinti e non sono direttamente collegati all’amore verso un’altra persona.

Per me, essere incinta è stato bello e brutto allo stesso tempo. Il mio corpo non era più tutto mio. Cibo, controlli, visite mediche: tutto quello a cui siamo sottoposte durante la gravidanza. Infine, la relazione completamente messa sotto sopra con il cibo e con l’intimità del mio corpo.
Dall’altra parte, mi ha regalato un sacco di tempo libero, essendomi dovuta astenere subito dal lavoro, considerato a rischio. Ricordo giorni bellissimi, dopo aver superato il momento delle nausee, ho organizzato lezioni di yoga, ho letto libri che avevo lasciato da tempo sulla libreria, ho fatto passeggiate col mio cane ascoltando musica. Infine, ho goduto di più della vita di coppia, sia del tempo insieme che delle abitudini quotidiane. La gravidanza è un’esperienza unica, ma questo è un altro discorso. Tutto ciò però non si lega per nulla con un sentimento di amore antecedente alla nascita della creatura.

Mi spiego meglio.

Credo che l’amore e il volersi bene siano sentimenti che nascono quando li vivi, non quando li idealizzi, come ci hanno sempre raccontato. Dopo il parto, ho provato un’enorme gioia dovuta anche allo tsunami di ossitocina. Nei giorni dopo, guardavo mio figlio ed ero stupita e affascinata. Però non ero legata a lui come lo sono oggi. Ora c’è una relazione, giusta per l’età che ha il bambino. Lo guardo e sento di volergli un mondo di bene. Sento un legame, una connessione e il vero amore materno (non solo quello perfetto, ma ne riparleremo). Inizia a esserci quella reciprocità fatta di paroline, coccole, abbracci e di cercarsi con le manine e con gli occhi.

Figlio mio, ti voglio bene!

Secondo la mia esperienza, il volersi bene nasce dalla relazione e dalla reciprocità. Esiste una narrazione tossica che spesso fa sentire le mamme sbagliate: perché non ho voluto bene fin da subito a mio figlio? cos’ho che non va? A mio modo di vedere, nulla. L’amore materno a priori è un mito. Oggi adoro mio figlio e gli voglio bene, ma è un affetto e un amore che ho costruito giorno dopo giorno.

E voi, sapresti ricordare quando e come avete iniziato a voler davvero bene al vostro bambino?

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